Ictus ischemico arterioso perinatale e rischio di crisi successive nei neonati
Benché le crisi acute siano comuni nei neonati con ictus ischemico arterioso, l’incidenza di crisi successive non è nota.
È stato condotto uno studio per determinare l’incidenza di crisi nel periodo successivo alla dimissione ospedaliera dopo ictus ischemico arterioso acuto perinatale, e per valutare le caratteristiche della lesione associate a successiva manifestazione della crisi.
I neonati con ictus ischemico arterioso acuto confermato in risonanza magnetica sono stati identificati attraverso un registro prospettico degli ictus.
A un follow-up medio di 31.3 mesi, 11 dei 46 ( 23.9% ) pazienti con ictus ischemico arterioso perinatale avevano avuto almeno 1 crisi.
Cinque pazienti avevano avuto un singolo episodio di crisi e 6 hanno sviluppato epilessia.
La probabilità di Kaplan-Meier di rimanere liberi da crisi a 3 anni è stata del 73%.
La dimensione dell’ictus in risonanza magnetica è risultata significativamente associata a sviluppo di crisi successive, con un tasso di incidenza di crisi successive 6.2 volte maggiore tra i pazienti con dimensione più ampia dell’infarto.
In conclusione, crisi si sono manifestate in meno del 25% dei pazienti durante il follow-up iniziale dopo ictus ischemico arterioso perinatale.
Dei pazienti con crisi, circa metà hanno mostrato un singolo episodio di crisi e non epilessia precoce.
Una più ampia dimensione dell’ictus è risultata associata a un più elevato rischio di crisi.
Questi dati suggeriscono che un trattamento prolungato con farmaci anticonvulsivi potrebbe non essere indicato per la profilassi delle crisi dopo ictus ischemico arterioso perinatale. ( Xagena_2011 )
Wusthoff CJ et al, Pediatrics 2011; 127: e1550-1557
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