È stata condotta una revisione della letteratura per determinare in modo sistematico l'impatto della terapia con Ormone della Crescita sull'altezza da adulti di bambini con bassa statura idiopatica.

Le principali misure di esito erano l'altezza da adulti ( punteggio di deviazione standard SD ) e il guadagno generale in altezza ( punteggio SD ) dalle misurazioni basali da bambini.

Sono stati inclusi studi randomizzati e non-randomizzati controllati con 8 misurazioni per gli adulti.

I criteri di inclusione erano una bassa statura iniziale ( definita come altezza maggiore a 2 punteggi SD al di sotto della media ), risposte di picco di Ormone della Crescita maggiori di 10 microg/L, stadio prepuberale, nessun precedente trattamento con Ormone della Crescita e nessuna condizione di comorbilità che potesse limitare la crescita.

L’altezza adulta è stata considerata raggiunta quando il tasso di crescita era inferiore a 1.5 cm/anno o l'età ossea era di 15 anni nelle femmine e 16 anni nei maschi.

Tre studi randomizzati e controllati ( 115 bambini ) hanno soddisfatto i criteri di inclusione. L'altezza da adulti dei bambini trattati con Ormone della Crescita ha superato quella dei controlli di 0.65 punti SD ( circa 4 cm ).

Il guadagno medio in altezza nei bambini trattati è stato di 1.2 punti SD rispetto a 0.34 punti SD nei bambini non-trattati.

Una leggera differenza di circa 1.2 cm nell'altezza da adulti è stata osservata tra i due regimi di dosaggio di Ormone della Crescita.

Nei 7 studi non-randomizzati e controllati l'altezza da adulti del gruppo trattato con Ormone della Crescita ha superato quella dei controlli di 0.45 punti SD ( circa 3 cm ).

In conclusione, la terapia con Ormone della Crescita in bambini con bassa statura idiopatica sembra essere efficace nel ridurre parzialmente il deficit in altezza da adulti, benché la grandezza dell'efficacia sia in media inferiore a quella raggiunta in altre condizioni per le quali la terapia con Ormone della Crescita è approvata.
La risposta individuale alla terapia è molto variabile e servono ulteriori studi per identificare i responder. ( Xagena_2011 )

Deodati A e Cianfarani S, BMJ 2011; 342: c7157

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